L’esperienza sulla pagina è diventato un fattore importante, anche se non il più importante, quando viene applicato al ranking.

In questa pagina parleremo di “Esperienza sulla pagina” o “Esperienza della pagina” o “UX” ma non faremo riferimento a concetti astratti o soggettivi, non stiamo parlando della bellezza, della leggibilità e neppure dei contenuti di una pagina, ci stiamo riferimento a qualcosa di preciso e… misurabile scientificamente. Per semplificare grossolanamente in questa pagina parleremo di:
- Quanto velocemente si carica una pagina
- Se si vede bene su tutti i tipi di dispositivi
- Quanto bene si vedono i suoi contenuti
Tutti aspetti che possono essere controllati e misurati da una macchina, senza nessuna valutazione umana. Non serve neppure l’intelligenza artificiale, non c’è niente di troppo sofisticato in questo concetto, così come lo intendiamo in questa pagina.
Qualche tempo fa Google ha rimosso l’esperienza sulla pagina (UX) dalla documentazione sui suoi meccanismi di Ranking, per semplificare potremmo dire che ha tolto questo fattore dalle pagine dedicate alle istruzioni per i SEO.
Quando è successo si è scatenato l’inferno, tanto che è dovuto intervenire il Search Liason Team:
Google Search Liason Team
…Come dice la nostra guida sull’esperienza della pagina nella prima frase: ‘I sistemi di classificazione fondamentali di Google mirano a premiare i contenuti che forniscono una buona esperienza della pagina.…Come dice la nostra guida sull’esperienza della pagina nella prima frase: ‘I sistemi di classificazione fondamentali di Google mirano a premiare i contenuti che forniscono una buona esperienza della pagina.
L’esperienza sulla pagina è stata introdotta nel 2021. Prima di ciò, i Core Web Vitals (CWV) erano stati enfatizzati come un importante fattore di ranking.
Successivamente, i CWV sono diventati parte di qualcosa di più grande in un gruppo collettivo di ‘segnali’ che costituiscono l’esperienza della pagina – essenzialmente ancora un fattore di ranking, ma parte di un gruppo di fattori ora noto come “Esperienza della Pagina.”
Per capire perchè questo è importante bisogna riflettere su quello che Google dice di volere ottenere.
Google vuole fornire una buona esperienza utente. Non gli piace far comparire in alto nelle SERP pagine che impiegano troppo tempo a caricarsi, che non si vedono correttamente su certi dispositivi o che hanno contenuti difficili da leggere per la presenza di annunci pubblicitari troppo invadenti.
John Mueller e altri, numerose volte:
I sistemi di classificazione di Google, fin dalle loro fondamenta cercano di premiare contenuti in grado di fornire un’ottima esperienza utente.
L’esperienza della pagina usa quattro metriche principali:
- Velocità della pagina
- Connessione https
- Core Web Vitals
- Compatibilità mobile
John Mueller
Se i contenuti mostrati da una SERP sono molto simili, allora probabilmente l’esperienza della pagina aiuta a capire quali di queste sono le pagine più veloci, o pagine ragionevoli in termini di esperienza utente e quali di queste invece sono pagine meno ragionevoli da mostrare nei risultati delle ricerche.
Quindi, come abbiamo anticipato, Mueller sembra voler dire che – a parità di qualità di contenuto – le pagine che offrono una migliore esperienza sulla pagina si posizionano meglio.
Non si sta parlando di dettagli, nella maggior parte dei casi ci sono tante pagine con ottimi contenuti, in questo caso la UX può fare la differenza.
L’unico caso in cui si può permettere il lusso di ignorare l’esperienza della pagina è quando ci si sta posizionando per chiavi veramente di nicchia, tanto da avere pochissima concorrenza.
Inutile dire che pagine di questo tipo avranno anche pochissimo traffico, vero?
Google dice di voler fornire il miglior prodotto sul mercato e questo è un aspetto critico della Search Engine Optimization che è stato spesso trascurato. Concentrandosi sugli obiettivi di Google può aiutare a capire come concentrare gli sforzi e ottenere i risultati migliori.
Abbiamo esaminato un po’ nel dettaglio il secondo dei tre fattori di Ranking di cui ha parlato Google recentemente. Nel prossimo articolo parleremo dei contenuti e diventerà chiaro il motivo per cui consideriamo l’indicazione di “tre” fattori come vera ma un po’ ingannevole.
Lascia un commento