Quando ChatGPT è arrivato sulla scena alla fine del 2022, nel mondo SEO si è scatenato il panico. O meglio, due tipi di emozioni completamente opposte: terrore o euforia.
Da una parte c’erano quelli convinti che l’intelligenza artificiale avrebbe reso obsoleto il lavoro di copywriter, content creator e SEO specialist. Dall’altra parte c’erano quelli terrorizzati all’idea che Google avrebbe penalizzato chiunque osasse usare l’AI per creare contenuti.
Ora, a distanza di oltre due anni, possiamo finalmente guardare i dati e dire con certezza che entrambe le fazioni avevano torto.
L’AI non ha sostituito gli esseri umani nella creazione di contenuti (e probabilmente non lo farà nel prossimo futuro), ma allo stesso tempo Google non sta penalizzando indiscriminatamente i contenuti creati con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. La realtà, come sempre, è molto più sfumata e interessante.
Sarebbe però ipocrita negare che il lavoro di molti copywriter è diminuito moltissimo. Noi crediamo che questa sia una fase di transizione. Non sappiamo esattamente cosa succederà tra 10 anni. Di sicuro ci sarà una selezione perchè il lavoro che prima veniva affidato in toto ai copywriter ora può essere efficacemente svolto in modo più veloce ed economico da questi nuovi strumenti. Siamo anche sicuri che, passata la sbornia, i contenuti creati da esseri umani diventeranno sempre più rari e per questo sempre più preziosi e ricercati.
Cosa Dice Davvero Google sui Contenuti AI
Partiamo dai fatti. Nel febbraio 2023, Google ha pubblicato sul suo blog ufficiale Search Central una posizione chiara e inequivocabile sui contenuti generati con l’AI. Vale la pena citare testualmente:
“L’uso appropriato di AI o automazione non è contro le nostre linee guida. Questo significa che non viene utilizzato per generare contenuti principalmente per manipolare il ranking di ricerca, cosa che è contro le nostre politiche sullo spam.”
Tradotto in italiano semplice: a Google non importa se usi l’AI per creare contenuti. Quello che importa è perché e come li usi.
Il punto chiave è contenuto in questa frase: “contenuti creati principalmente per le persone, non per manipolare i ranking”. Se state usando l’AI per produrre migliaia di pagine il cui unico scopo è posizionarsi per qualche keyword e catturare click, siete nei guai. Se invece state usando l’AI come strumento per creare contenuti migliori, più velocemente, Google non ha nulla da ridire.
Danny Sullivan, Search Liaison di Google, ha chiarito ulteriormente il concetto quando ha dichiarato che Google da anni combatte i contenuti automatizzati di bassa qualità, sia che vengano da umani che da AI. Il problema non è lo strumento, è il risultato.
Attenzione: sappiamo per esperienza che alle dichiarazioni ufficiali di Google e dei suoi portavoce bisogna dare ascolto “cum grano salis”. Inoltre a volte cambiano idea e infatti…
L’Evoluzione della Posizione di Google (2023-2025)
Nel corso del 2024 e soprattutto nel 2025, la posizione si è fatta decisamente più sfumata e, per alcuni aspetti, più severa. Per noi ambigua, come al solito.
Agosto 2024: John Mueller aveva già anticipato la direzione dichiarando che Google mira a “connettere le persone con una gamma di siti di alta qualità, inclusi siti piccoli o indipendenti che creano contenuti utili e originali quando rilevanti per le ricerche degli utenti. Questa è un’area su cui continueremo a lavorare nei futuri aggiornamenti.”
Gennaio 2025: Google aggiorna le Quality Rater Guidelines introducendo per la prima volta una definizione ufficiale di “Generative AI” e istruzioni specifiche su come valutare i contenuti creati con l’intelligenza artificiale. Le nuove linee guida specificano che i contenuti possono ricevere il rating più basso (“Lowest”) se sono:
- Creati con poco o nessuno sforzo
- Privi di originalità
- Senza valore aggiunto per i visitatori
Anche se formalmente queste linee guida non influenzano direttamente il ranking, servono ad allenare l’algoritmo. E quando Google si prende la briga di mettere nero su bianco qualcosa nelle Quality Rater Guidelines, significa che l’argomento è prioritario.
Giugno 2025: Arriva la mazzata vera. Google inizia a emettere azioni manuali contro siti colpevoli di quello che viene definito “Scaled Content Abuse” – ovvero l’abuso di contenuti su larga scala. I siti colpiti ricevono notifiche nella Search Console con messaggi piuttosto espliciti del tipo: “Sembra che le pagine di questo sito utilizzino tecniche di spam aggressive, come l’abuso di contenuti su larga scala.”
Il risultato? Scomparsa completa dalle SERP. Non un calo graduale, proprio una sparizione totale. E quando alcuni webmaster hanno protestato dicendo “ma i nostri contenuti AI si posizionavano bene!”, Glenn Gabe (noto SEO) ha risposto su X con una perla di saggezza:
“Il fatto che i tuoi contenuti AI si posizionino bene è esattamente il motivo per cui Google emetterà un’azione manuale per Scaled Content Abuse sul tuo sito!”
In altre parole: se avete avuto successo con l’AI nel breve termine, Google vi ha nel mirino ancora di più.
Quindi ricapitoliamo: Google non ha cambiato idea sull’AI in sé. Ha cambiato idea su quanto sia facile abusarne. La posizione ufficiale rimane “l’AI va bene”, ma nei fatti Google sta diventando sempre più aggressivo nel punire chi la usa male. E “male” significa essenzialmente “in quantità industriale senza supervisione umana significativa”.
“Contenuto AI” vs “Contenuto Creato con l’AI”
Qui sta il cuore della questione, ed è un punto che molti non hanno ancora capito.
Esiste una differenza abissale tra:
- Contenuto AI: testo generato interamente dall’intelligenza artificiale, magari partendo da un prompt generico tipo “scrivi un articolo di 1000 parole su come scegliere un rasoio elettrico”, pubblicato senza alcun intervento umano significativo
- Contenuto creato con l’AI: testo che usa l’intelligenza artificiale come strumento in una o più fasi del processo creativo, ma che mantiene un forte intervento umano in termini di strategia, esperienza, fact-checking e personalizzazione
La prima categoria è destinata a fallire. La seconda può funzionare benissimo.
Pensateci: anche prima dell’AI, tutti usavamo strumenti per creare contenuti. Correttori ortografici, thesaurus digitali, strumenti per la ricerca di parole chiave, tool per analizzare la leggibilità del testo. Tutti questi sono forme di “automazione” che nessuno ha mai considerato problematiche.
L’AI è semplicemente uno strumento più potente nella stessa categoria. Il problema sorge quando si pensa che questo strumento possa fare tutto il lavoro al posto nostro.
Facciamo un esempio concreto. Supponiamo di voler scrivere un buon articolo su un determinato argomento sul quale non siamo particolarmente ferrati. I rasoi elettrici citati in precedenza. Fino al 2022 parecchio tempo sarebbe stato speso solo per radunare un po’ di informazioni, ora questa operazione può essere fatta da una AI decente in pochi minuti e in modo efficace.
Il nostro esperimento
Anche noi in Supero abbiamo voluto verificare sul campo cosa succede quando si delega troppo all’AI. Abbiamo creato e pubblicato circa un migliaio di articoli generati quasi interamente con intelligenza artificiale su uno dei nostri progetti.
Attenzione: non stiamo parlando di due articoletti buttati lì per vedere cosa succedeva. Abbiamo investito tempo significativo. Le immagini andavano scelte, i contenuti inseriti nel CMS, le ottimizzazioni di base fatte. Non era un esperimento da quattro soldi.
Il risultato? Peggio di zero.
Non solo quei contenuti non hanno portato nuovo traffico, ma il sito ha effettivamente perso visitatori rispetto al periodo precedente. Google non ha penalizzato il sito con un’azione manuale, non è arrivato nessun messaggio allarmante nella Search Console. Semplicemente… ha ignorato i nostri contenuti. O peggio, ha deciso che il sito nel suo complesso meritava meno visibilità.
L’esperimento ci ha insegnato una lezione che vale molto di più dei soldi e del tempo investiti: l’AI può essere un alleato prezioso nel processo di creazione, ma un contenuto che non aggiunge nulla di nuovo, che non ha il “sale” dell’esperienza umana, è peggio di un contenuto mai scritto.
Quando l’AI aiuta davvero
Detto questo, sarebbe sbagliato concludere che l’AI sia inutile o dannosa per la creazione di contenuti. Tutto il contrario. Usata nel modo giusto, può essere uno strumento straordinario.
Ricerca e Pianificazione
L’AI eccelle nell’aiutarvi a:
- Generare idee per nuovi contenuti
- Identificare angolazioni diverse su un argomento
- Creare outline strutturati
- Suggerire titoli alternativi
- Analizzare l’intento di ricerca dietro una query
Per esempio, se dovete scrivere un articolo su “come scegliere un hosting per WordPress”, potete chiedere all’AI di suggerirvi 10 domande che gli utenti potrebbero porsi. Alcune saranno ovvie, altre potrebbero sorprendervi e darvi spunti interessanti.
Se avete un e-commerce e dovete scrivere o tradurre qualche migliaio di description l’AI può aiutarvi a una frazione del costo (tempo e euro) rispetto a un copywriter.
Superare il Blocco dello Scrittore
Chi scrive per mestiere lo sa: a volte ti blocchi. Hai chiaro cosa vuoi dire ma non trovi le parole giuste per dirlo. In questi casi, l’AI può essere come quel collega con cui fare brainstorming: non ti dà la soluzione finale, ma ti aiuta a sbloccarti.
Ottimizzazione e Revisione
L’AI può aiutarvi a:
- Controllare la grammatica e la sintassi
- Suggerire sinonimi per evitare ripetizioni
- Analizzare la leggibilità del testo
- Identificare passaggi poco chiari
Questi sono tutti compiti dove l’AI può far risparmiare tempo prezioso, liberandovi per concentrarvi sugli aspetti più creativi e strategici.
Traduzione e Localizzazione
Se dovete creare contenuti in più lingue, l’AI può fornire una prima bozza di traduzione che poi andrete a rifinire. È infinitamente più veloce che partire da zero.
Creazione di Varianti
Avete scritto una meta description perfetta ma volete vedere qualche alternativa? L’AI può generarvene 10 in pochi secondi. Idem per i titoli, le introduzioni, le call-to-action.
Quando l’AI fa fanni
Vediamo ora quando l’AI diventa un problema. Fondamentalmente, ogni volta che pensate possa sostituire completamente il lavoro umano.
Content Farming Industriale
Abbiamo visto decine di casi di siti che hanno pubblicato migliaia (a volte decine di migliaia) di articoli generati dall’AI nel giro di pochi giorni. La strategia era semplice: saturare Google di contenuti nella speranza che almeno una percentuale si posizionasse.
Il March 2024 Core Update di Google ha fatto piazza pulita di molti di questi siti. Non perché usavano l’AI, ma perché i contenuti erano inutili, generici, privi di valore reale per gli utenti.
Contenuti Senza Esperienza
L’aggiunta della “E” di Experience nell’EEAT non è casuale. Google vuole premiare contenuti che dimostrano esperienza diretta, vissuta, reale.
Un articolo sui “migliori ristoranti di Malta” scritto da chi non è mai stato a Malta sarà sempre inferiore a uno scritto da qualcuno che ci vive. E l’AI, per definizione, non ha esperienze dirette.
Errori Fattuali e Allucinazioni
L’AI può generare informazioni false con assoluta sicurezza. Può inventarsi statistiche, citare studi inesistenti, attribuire citazioni a persone che non le hanno mai dette. Senza un controllo umano attento, questi errori finiscono online e danneggiano la credibilità del vostro sito.
Contenuti Omologati
Uno dei problemi più sottili dell’AI è che tende a produrre contenuti molto simili tra loro. Se tutti usano lo stesso strumento con prompt simili per scrivere sullo stesso argomento, il risultato sarà una massa di articoli quasi identici. Google non ama i duplicati, nemmeno se non sono tecnicamente tali.
Strumenti Pratici (con attenzione all’italiano)
Se volete iniziare a usare l’AI nel vostro processo di creazione contenuti, ecco alcuni strumenti da considerare:
Per la Generazione di Testo
- ChatGPT / Claude: I classici, utili soprattutto per brainstorming e prime bozze
- Jasper.ai: Specializzato in content marketing, con template per diversi tipi di contenuto
- Copy.ai: Focalizzato su copy brevi (ads, email, social)
Per l’Ottimizzazione SEO
- Frase: Crea outline basati sull’analisi della concorrenza
- SurferSEO: Ottimizzazione on-page con suggerimenti in tempo reale
- MarketMuse: Identifica gap nei contenuti e suggerisce argomenti
Suite Complete (con focus italiano)
- SEOZoom: La suite italiana più completa, ha recentemente integrato 36 strumenti AI per supportare la creazione di contenuti. Particolarmente utile se lavorate principalmente sul mercato italiano
- Semrush: Suite completa con strumenti AI integrati, database enorme
- Ahrefs: Eccellente per keyword research e analisi backlink
Per la Revisione
- Grammarly: Controllo grammaticale e suggerimenti di stile (principalmente inglese)
- LanguageTool: Alternativa che funziona bene anche con l’italiano
La cosa importante da capire è che nessuno di questi strumenti farà il lavoro al posto vostro. Sono amplificatori della vostra competenza, non sostituti.
Il Ruolo Insostituibile dell’Esperienza Umana
Torniamo al concetto di EEAT (Experience, Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness). Non è un caso che Google abbia aggiunto quella prima “E” proprio nel 2022, all’alba dell’esplosione dell’AI generativa.
L’esperienza personale, diretta, vissuta è qualcosa che l’AI non può replicare. Può simulare, può interpolare, ma non può sostituire.
Se scrivete una recensione di un ristorante, Google (e i lettori) vogliono sapere che ci siete stati davvero. Se scrivete una guida su come ristrutturare un bagno, vogliono che abbiate esperienza diretta nel campo. Se parlate di come gestire un’azienda, devono capire che l’avete fatto in prima persona.
Questo non significa che non possiate scrivere di argomenti che non conoscete direttamente. Ma significa che dovete:
- Intervistare chi ha esperienza diretta
- Citare fonti autorevoli
- Essere trasparenti sui limiti della vostra conoscenza
- Aggiungere prospettive e analisi originali
L’AI può aiutarvi in tutto questo (ricerca, strutturazione, primo draft), ma il valore finale deve venire da voi.
Consigli Pratici per usare l’AI nel modo giusto
Basandoci sulla nostra esperienza e su quello che abbiamo visto funzionare (o fallire), ecco alcuni consigli pratici:
1. Usate l’AI per Amplificare, non per Sostituire
L’AI deve moltiplicare la vostra produttività, non eliminarvi dall’equazione. Se trovate che potete premere un bottone e pubblicare senza alcun intervento, probabilmente state sbagliando qualcosa.
2. Investite Tempo nella Pianificazione
Paradossalmente, più volete usare l’AI, più tempo dovete investire nella fase strategica. Quali argomenti? Per quale audience? Con quale obiettivo? Queste decisioni devono venire da voi.
3. Revisionate, Sempre
Mai pubblicare un contenuto generato dall’AI senza averlo letto attentamente e modificato. Mai. Anche se sembra perfetto (spoiler: non lo è mai).
4. Aggiungete la Vostra Voce
I contenuti AI tendono ad essere piatti, generici. Dovete aggiungere aneddoti personali, opinioni, il vostro stile. È questo che farà la differenza.
5. Verificate i Fatti
L’AI può inventarsi cose con assoluta sicurezza. Controllate tutte le affermazioni fattuali, tutte le statistiche, tutte le citazioni.
6. Pensate al Lungo Termine
Non cercate scorciatoie per creare 1000 articoli in un mese. Pensate invece a come l’AI può aiutarvi a creare contenuti migliori, più utili, più originali. È un investimento che ripagherà nel tempo.
7. Monitorate i Risultati
Tenete traccia di come performano i contenuti creati con l’AI rispetto a quelli puramente umani. Imparate cosa funziona e cosa no. Adattate il vostro approccio di conseguenza.
Il Futuro: tra AI Overviews e Nuovi Motori di Ricerca
Non possiamo chiudere questo articolo senza parlare del futuro. Google ha lanciato gli AI Overviews (precedentemente Search Generative Experience), che cambiano radicalmente il modo in cui i risultati vengono presentati. Bing ha integrato Copilot. ChatGPT ha aggiunto la ricerca web.
Stiamo davvero passando dai “motori di ricerca” ai “motori di risposta”?
Forse. Probabilmente. Ma questo non cambia la sostanza del discorso: gli strumenti AI, per funzionare, hanno bisogno di contenuti di qualità da cui attingere. Contenuti che abbiano:
- Informazioni accurate
- Prospettive originali
- Esperienza diretta
- Valore reale per gli utenti
Interessante notare che uno studio recente ha scoperto che circa il 91% dei contenuti citati negli AI Overviews di Google è almeno parzialmente generato da AI (con forte intervento umano). Resta da capire quanto durerà.
Fonti e Approfondimenti
Per chi volesse approfondire gli argomenti trattati in questo articolo, ecco una selezione di risorse utili:
Documentazione Ufficiale Google
- Google’s guidance about AI-generated content – La posizione ufficiale di Google (febbraio 2023)
- Creating helpful, reliable, people-first content – Le linee guida complete di Google
Guide e Best Practice
- Yoast: AI Content and SEO – La guida pratica che ha ispirato questo articolo
- Search Engine Land: AI-generated content guide – Guida completa e aggiornata
Case Study e Analisi
- Xponent21 AI SEO Case Study – Crescita del 4,162% usando AI SEO
- Diggity Marketing: AI Overviews Case Study – Aumento del 2,300% nel traffico AI
- SEO Case Study: AI SEO examples – Raccolta di casi reali
Strumenti e Risorse Italiane
- SEOZoom: Strumenti AI – Suite italiana con 36 strumenti AI integrati
- JonathanSEO: AI e SEO nel 2024 – Analisi del panorama italiano
- Ninja Marketing: Scrivere articoli SEO con AI – Guida pratica in italiano
Analisi e Opinioni
- Bruce Clay: How SEOs Use AI in 2024 – Studio sull’uso dell’AI tra i professionisti SEO
- Brainpull: AI SEO – 10 applicazioni avanzate – Applicazioni pratiche dell’AI per la SEO
Queste risorse coprono sia gli aspetti teorici che pratici dell’uso dell’AI nella creazione di contenuti e nell’ottimizzazione SEO. Vi consigliamo di leggerle tutte se volete sviluppare una comprensione completa dell’argomento.



